martedì 31 dicembre 2013

#2014

Botti "scaccia maligni", lenticchie portafortuna, il classico "trenino". Messaggi di auguri, post su facebook e hashtag su twitter: è tutto pronto. Eppure per così poco, per un giorno. E' capodanno e quasi nessuno lo sente, distrutto dalla crisi, da una società che ha quasi smesso di crederci. Quasi fossero "da protocollo" il cenone, il conto alla rovescia, gli auguri (ipocriti) di felice anno nuovo. Come fosse possibile cambiare le sorti di un intero anno nelle poche ore restanti, come fosse possibile segnare il corso di dodici mesi dai primi istanti "divorando" lenticchie o sparando fuochi d'artificio. Fosse tutto così semplice! Il sorriso dura in media mezzora, poi subentra (in genere) il sonno. E durante il giorno di capodanno si passa più tempo a fare "zapping" con il telecomando che a pianificare l'anno nuovo. I soliti discorsi, il solito "discorso agli italiani". Quello rassicurante e riguardante un anno difficile ma sempre "in miglioramento". Non bisogna perdere la calma, noi italiani l'abbiamo capito bene: così il discorso che passa in TV non lo guarda più nessuno. "Bisogna guardare avanti!", dicono. Avanti, per ora, non c'è nulla. Domani sarà uguale ad oggi: cambia un numero, un giorno. Se qualcosa si è persa per strada, nessuno la riavrà mai indietro perché "è cambiato l'anno". Rimane solo la speranza, mista a molta, troppa, superstizione. Il pensiero va allora a Nelson Mandela, alle vittime dei naufragi, va alla politica che c'era e che non c'è più. Va a tutti coloro che non hanno la "fortuna" di festeggiare il capodanno. Noi, invece, siamo fortunati: abbiamo la grandissima opportunità di sperare ancora per 365 giorni che qualcosa cambi in meglio per ritrovarci tra un anno al punto di partenza. Ma niente cambia, tutto rimane uguale, e se cambia peggiora. Nessuno ferma una vettura che procede ad alta velocità, senza conducente e con i freni rotti. Per di' più se in discesa e dritta verso un imminente schianto. Forse è davvero questo il senso dei botti e delle lenticchie: festeggiare la possibilità di poter vivere ancora per sperare in un cambiamento, in qualcosa di impossibile. Sperare che il mondo cambi verso, sperare in un anno "migliore". E se ci pensate bene, è davvero una fortuna avere la possibilità di sperare in tutto ciò.

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