mercoledì 4 maggio 2022

Parresia 2.0, Vol. 6: A Me, da Me, per Me

Nulla può più cogliermi alla sprovvista, ormai. Tutto ciò che non mi sarei mai aspettato potesse accadere è accaduto, seguendo pedissequamente i principi di una Legge di Murphy misurata sulla mia pelle. Taglia perfetta da indossare al gran galà della mia trasformazione, della mia evoluzione. La città è persa, il battaglione sconfitto, le strade cadute. I ponti crollati. Bei tempi andati, cosa fare di voi ora che siete solo polvere di stelle?

Mi taccio, perché a furia di essere ignorato dal vento contrario è terminata la voce della rivoluzione che contrasta l'implacabile e prorompente forza del cambiamento. Anima e corpo, senza distinzione. Non è forse questo il senso ultimo del mutamento? Non è forse ciò che provano i bruchi quando, pur di non soffrire, resistono all'inevitabile destino che si compie, rendendoli farfalle? Librate nel cielo di primavera, inconsapevoli della bellezza.

"Spero che un giorno ne sarà valsa davvero la pena", è stato il mio ultimo messaggio. Ho rassicurato me stesso, poi tutto il resto. Non ne ha mai avuto bisogno, come ampiamente dimostrato dalla sua plateale sparizione: mancò la fortuna, ma questa volta anche il valore. Io sì, però. Bruco incosciente. Verme solitario.

Sulle mura della mia quiescenza ho inciso i versi della rivoluzione: "A Me, da Me, per Me". Lo devo. Alle notti insonni e ai pasti evitati. Alle paranoie e ai cattivi pensieri: ai salti nel vuoto scansati. Alla fine scritta con mano tremolante e alla farfalla che un giorno, sembra presto, diventerò: lasciando scie di tempi andati, ormai polvere di stelle.