domenica 15 dicembre 2013

Caccia all'uomo

 <<Mi sono trovato in un mezzo pasticcio nella mia città
Così mi hanno messo in mano un fucile
Mi hanno spedito in terra straniera
Per andare a uccidere il muso giallo>> 
  
<<Got in a little hometown jam
So they put a rifle in my hand
Sent me off to a foreign land
To go and kill the yellow man>>
                                            (Bruce Springsteen-Born in the USA)
 
 
USA, il sogno di tutti, ciambelle sempre calde, successo. Frank Sinatra, Brodway, Central Park, NBA, Bill Gates, Las Vegas 11 Settembre, Hollywood. Già, Hollywood e i suoi film dalle armi galattiche. Le contraddittorie e inutili guerre. Sangue e pallottole a colazione. Dati sconcertanti, stagione di caccia infinita: gli Stati Uniti non sono mai stati così interiormente separati. Colorado, 13 Dicembre 2013, ventiquattresima sparatoria in una scuola in dodici mesi, due per ognuno di questi. Dov'è finita la civiltà?  Il giorno dopo la strage fa ancora più male: è l'anniversario della strage di Newtown, triste destino. L'attentatore, uno studente dell'Arapahoe High School, legalmente armato. L'obiettivo, una professoressa. I feriti, due suoi compagni, fortunatamente ancora in vita. Poi, la tragedia: il ragazzo si toglie la vita. Scuola evacuata, in azione i famosi SWAT dei telefilm e dei videogiochi: non era finzione, stavolta. E si perché nel Paese dei videogames "sparatutto", dei thriller e dei miracolosi "salvataggi" del mondo dal solito disastro apocalittico, quando si fanno i conti con la realtà nessuno può nulla. Inermi, a piangere. A discutere. A non risolvere nulla. "L'auto-difesa" delle armi domestiche è l'alibi, le vittime crescono sempre di più, senza fine, senza tregua, come durante una battuta di caccia. Tradizioni, queste, molto antiche (e guai a cambiar qualcosa!) di un Paese che proclama la libertà degli schiavi delle armi. "Giustizia privata", quasi da Far West, da Saloon, da incivili. Per passatempo, per divertimento, per l'oro. L'oro? La gloria, il successo, quello insomma. La soddisfazione di guardare il proprio viso in TV. Armi possedute come fossero telefoni cellulari: almeno una per famiglia. Giocattoli "pericolosi" nel Paese dei fuorilegge dove possedere un arma per uccidere non stupisce quasi più, come fosse "legale", come fosse giusto, invece, rivolgere le proprie attenzioni su inutili guerre per il petrolio ignorando la pace della propria terra. Come fosse svantaggioso pensare a sé stessi, per una volta, invece di recitare per l'ennesima volta il ruolo di "eroe" agli occhi del mondo.



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