domenica 24 novembre 2013

Da "piccolo Barcellona" a "ultima della classe": la metamorfosi del Calcio Catania

E' maggio, il 19. Campionato finito, stagione 2012/2013 da record: il "piccolo Barça" (come è stato definito da molti opinionisti) di Rolando Maran si classifica ottavo a 56 punti. E' storia, è record di punti in Serie A. In settimana l'ultimo raduno, poi i saluti. Giocatori e collaboratori a casa dalle proprie famiglie: chi in vacanza, chi a pensare alla prossima stagione, chi impegnato con i propri procuratori a sbrogliare questioni di calciomercato. La vetrina estiva della "fiera dell'Est" dei calciatori allontana alcuni componenti importanti: il primo a far le valigie è l'amministratore delegato Sergio Gasparin, licenziato per alcuni "malintesi" al vertice. Viene sostituito da un giovane sulla quarantina: belloccio, tatuato, affascinante quanto "fuori luogo", è l'agente FIFA Pablo Cosentino che ricoprirà la carica di vice-presidente del club siciliano. Si capisce già che qualcosa non va. Seguono le cessioni del Papu Gomez, corteggiato dall'Atletico Madrid del "cholo" Simeone ma preso dagli ucraini del Metalist. "Ciccio" Lodi passa invece al Genoa in cambio del greco Panagiotis Tachtsidis. Alla squadra ligure giocherà anche Giovanni Marchese, in scadenza di contratto con i rossazzurri. L'estate passa veloce, forse troppo. Nessuna amichevole in programma, solo test match di portata inferiore. Qualcosa non va, si nota immediatamente. Il presidente annuncia una stagione ad alti livelli. Non è da lui, qualcosa sta cambiando. Non si lotta più per la salvezza: si gioca per migliorare il record di punti della stagione scorsa. Escono i calendari, la prima contro la Fiorentina dell'ex Vincenzo Montella. E, forse, il destino già sapeva come sarebbe andata a finire. Tante speranze, tante ambizioni. Eccoci, si inizia. Ma il Catania è stanco, impacciato, si vede. I primi minuti a studiare gli avversari ricordando, probabilmente, la facilità disarmante con cui la squadra arrivava sottoporta l'anno prima. Il Catania va sotto: di pepito Rossi è il gol, di Monzon l'errore. Il Catania pareggia: Pitu Barrientos insacca dalla sinistra. Il Catania rialza la testa, ci siamo, è tornato. Il Catania va di nuovo sotto: Pizarro, ma non era in dubbio alla vigilia? Il Catania si spegne, il Catania non c'è più, il Catania perde la prima partita della stagione. "Ci rialzeremo, ho visto una buona squadra" dicono. L'ambiente, però, non è sereno: via Marco Biagianti (nessuno si è scomposto), "via" anche Pitu. Quale migliore notizia alla vigilia di Catania-Inter? Allo stadio i tifosi sono tristi: si respira un'aria anomala, sono stanchi. Il Catania non scende in campo, l'Inter vince la partita 0-3: non si tratta di una sconfitta a tavolino, però. Sotto accusa il centrocampo e la difesa: urgono provvedimenti immediati. Pitu resta: arrivano anche Cristiano Biraghi, Jaroslav Plasil e Tiberio Guarente. "Ci rialzeremo, ho visto una buona squadra" ripetono. Dieci minuti, niente più: ecco quanto dura il Catania, sempre più stanco, sempre peggio. Più aumentano le sconfitte, più aumentano gli infortunati. Preparazione sotto accusa, panchina di Maran che traballa. Gira voce di uno spogliatoio sempre più in crisi: il Catania pareggia la seconda in casa contro il Parma. I tifosi fischiano, i giocatori quasi si fischiano da soli. Sui giornali si racconta di un gruppo allo sfracello, brutta copia della squadra dello scorso anno. Tifosi sempre più tristi. Allenamenti a porte chiuse, gioco sempre più deludente. "Ci rialzeremo, ho visto una buona squadra" ancora, ancora e ancora. Plasil fa esplodere lo stadio, Castro lo fa quasi piangere di gioia: il Catania si rialza, il Chievo è battuto. Lode a Maran e al presidente Pulvirenti: la stagione inizia da qui. Si va a Roma, contro i biancocelesti "dell'amico" Claudio Lotito: la squadra "dura" quindici minuti, poi i giocatori guardano la partita da spettatori non paganti. Torna la tristezza, Maran deve andar via, il presidente ha sbagliato tutto. Ancora Pitu contro il Genoa, ancora un disastro: Legrottaglie aveva fame di gol, ma sbaglia porta. Piovono i fischi, sempre più pesanti. I giocatori applaudono, ma cosa applaudono? Il Genoa si rialzerà, il Catania no. Contro il Cagliari cambia qualcosa: non si vince, si perde, Maran via. Arriva Gigi De Canio. Il malcontento aumenta, le perplessità con lui. La partita contro il Sassuolo è uno spareggio: contro la peggior difesa del campionato il Catania riesce a non segnare. "Ci rialzeremo, ho visto una buona squadra". Ma da uno che rassicura i tifosi dicendo "non ho la bacchetta magica, lotteremo fino all'ultimo minuto della stagione" cosa ci si può aspettare? Il Catania va sempre peggio: perde allo "Stadium" contro la Juventus e perde anche Bergessio. In settimana aveva perso anche Barrientos e Plasil, che si aggiungono ad Izco, Bellusci, Spolli, Peruzzi, Monzon, Almiron, Boateng, due raccattapalle e un tifoso nella lista degli indisponibili. Il Napoli fatica ma distrugge i rossazzurri: è 2-1 al San Paolo. "Ci rialzeremo, ho visto una buona squadra", per l'ennesima volta. Maxi Lopez viene lasciato dalla moglie per Maurito Icardi e, con la testa più leggera (in tutti i sensi), segna il rigore che fa vincere al Catania la partita contro l'Udinese: i friulani dominano, i siciliani tirano una sola volta. "L'importante era vincere", i tifosi "apprezzano", diciamo. La nazionale di Prandelli regala alla squadra due settimane per affinare i meccanismi di gioco, De Canio rassicura sempre di più i tifosi: "Dovremo lottare fino all'ultima partita per salvarci". Catania, città, è triste, rassegnata, sconsolata. I media difendono la società e il gruppo, negano l'evidente difficoltà. La nazionale ha finito le amichevoli per questo 2013, si riparte dalla Torino "granata": cambia lo stadio ma il Catania ne prende quattro lo stesso. Legrottaglie si ferma a pregare, "immobile", lasciando palla e un corridoio al vero Ciro Immobile: è 1-0. Al secondo ci pensa Guarente con un assist a El Kaddouri. Due cambi prima della fine del primo tempo: dentro Pitu e Leto, fuori Guarente e Castro. Piovono insulti a De Canio, spogliatoio sempre più spaccato. Voglia di spegnere la TV, tifosi frenati dalla fede calcistica. Barrientos inventa, Maxi rifinisce, Leto conclude: splendido gol. I tifosi hanno fatto bene a non spegnere la TV. E' finita la partita, il Catania non gioca più e incassa: prima Moretti, poi un regalo a El Kaddouri. Con chi si sblocca il belga? Primi gol in Serie A, prima doppietta. Cerci ne sbaglierà cinque o sei sottoporta. "Ci rialzeremo, ho visto una buona squadra" diranno. Catania è stanca, il Calcio Catania è stanco, i tifosi sono stanchi. 9 punti e ultimo posto in classifica condiviso con il Chievo Verona. Strano destino di chi nella stagione 2006/2007 si contendevano la salvezza all'ultima giornata. Cosa è successo al "piccolo Barça"? Catania riflette, sorride amaro e piange, perché l'unico sorriso di una città continuamente in difficoltà si è trasformato in un cupo e triste broncio. 



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