martedì 21 gennaio 2014

La terra dei cachi

E l'Italia è questa qua. Si, insomma, è questa: la terra dei cachi. Elio ci aveva visto bene..era il 96, gli anni novanta, quel "peggio" della frase "si stava meglio quando si stava peggio". Ma quando si stava peggio? Peggio di..quando? E' una continua applicazione della legge di Murphy all'infinito: può sempre andare peggio. Sorrido, e sono felice. Perché? Perché fa ridere. E quando si ride, si è sempre felici. Avete mai visto un tizio ridere perché triste? Finiamola: "la risata di tristezza" non esiste. Un po' come la crisi. Si insomma quella storiella che raccontano ai bambini per giustificare il mancato acquisto di un giocattolo. Oppure quella che raccontano i politici quando vogliono "in prestito" i 5€ per il gelato: "c'è la crisi, pagate più tasse perché dobbiamo saldare il debito pubblico che abbiamo fatto con il gelataio l'altro giorno". Ma, alla fine, com'era il gelato? Eh sappiamo che poi a noi tocca il cono...era buono almeno? Che terra dei cachi quella in cui viviamo! Sembra una continua riunione di condominio. Silvio, il rumoroso. I suoi festini? I migliori. Disturba la quiete dello stabile, un inguaribile dongiovanni. L'altro? Matteo, il tranquillo. Lo chiamavano "il nuovo che avanza", è giovane e pareva infastidito da tutto questo disordine. Adesso migliori amici, dividono il palazzo: compagni inseparabili di merende. Avete ragione, i cachi. "Una pizza in compagnia, una pizza da solo, un totale di due pizze e l'Italia è questa qua", non ci manca nulla. Passiamo più tempo a far conti che a pensare a cosa vogliamo: il tempo di controllare il portafogli e non abbiamo più fame. Nessuno ci rimborsa "le pizze", siamo noi a doverle pagare ai nostri superiori. "Perché c'è crisi", e in giro non ci sono "i macchinoni", nessuno compra smartphone di ultima generazione e sempre per questo discorso nessuno viaggia. Immagino la desolazione sugli aerei, le hostess che si annoiano e giocano a pallavolo a bordo. "I ristoranti sono vuoti", diceva qualcuno. E' la terra delle truffe, ovvero dei "cachi marci". Quelli che ti vende il fruttivendolo "spacciandoteli" per buoni. "Sono solo un po' maturi!" E io pago. Cioè, io no. Chi per me, e non è bello. Ma a chi vuoi che interessi? Il politico non mangia cachi, mangia da Cracco e Barbieri. Siamo tutti "giudici" adesso. Dilusi, molto dilusi. "Mi stai diludendo, questi cachi fanno schifo!" Pensate che riusciamo a sentire le numerose sfumature di un panino al formaggio, ma al momento di votare ci confondiamo: sembrano tutti uguali. E' una sorta di Masterchef in politica...Masterscem. I giudici siamo noi: l'ho detto che siamo la terra dei cachi! Scusate, i cachi. Siamo noi i cachi, chi marcio e chi maturo. Veniamo ogni giorno venduti al mercato della frutta da chi sta sopra di noi, in attesa di essere mangiati. Ma d'altronde, da abitanti "cachi", le terra non può che essere... 


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