venerdì 31 ottobre 2014

Catania e la "psicosi del centro"



Cerchiamo di stare calmi, vi prego. Negli ultimi giorni le ho sentite proprio tutte: dal "centro-storico killer" al "saloon da far west". E menomale che non avete citato la mafia! Avete anche chiamato in causa "Arancia Meccanica" di Kubrick..."a che pro"? 

Il vantaggio sta nelle visualizzazioni, lo so già. E sono d'accordo con voi! Ma a che serve "montare un caso" anche dove un caso non esiste? Gli episodi degli ultimi giorni, dalla ragazza uccisa agli accoltellamenti tra extracomunitari, sono eventi di quotidiana frequenza qui a Catania! Perché, allora, creare una "psicosi" e diffonderla a macchia d'olio tra la gente? Manteniamo la calma, piuttosto! Se non sono stato chiaro, vi racconterò la mia esperienza, avvenuta all'età di 16 anni, ben quattro anni fa.

Durante un sabato sera nel centro di Catania, precisamente in zona Piazza Teatro Massimo, fui provocato da un bambino al fine di una reazione tale da scaturire una lite con i suoi "protettori" più grandi. Episodi di questo genere, quattro anni fa, accadevano ogni Sabato. E come nel 2010, anche nel 2009, e chissà quanto tempo prima! Perché, allora, solo adesso viene tramandata "la storiella" della "Catania violenta"? Catania non è violenta: Catania è una città. In una città esistono numerosissime differenze, culturali e non, che portano quotidianamente i cittadini a scontrarsi. Chi per il posto auto "rubato", chi per uno sguardo di troppo alla propria morosa: questi eventi ci sono sempre stati. 

Adesso, nell'Ottobre del 2014, il centro storico di Catania è "magicamente" diventato luogo di violenze inaudite verso ragazzi indifesi: nessuno, però, cura il dato che da sempre porta il centro ad essere luogo di "bravate" da briganti. Le risse in "Piazza Teatro" ci sono sempre state, così come le liti tra extracomunitari: basterebbe fare un giro per le vie meno conosciute di Catania per incontrare due o più albanesi darsele di santa ragione! E invece no, uno scontro tra due "marocchini" in Via Landolina e le notti catanesi diventano pericolose! A parer mio, qui stiamo esagerando.

Per spiegare meglio il mio pensiero, prenderò in esame un esempio parecchio stupido e infantile: il virus ebola. Per decenni abbiamo lasciato morire QUOTIDIANAMENTE migliaia di uomini in Africa a causa di questo terrificante virus. Per anni, infatti, abbiamo vissuto le nostre giornate come nulla fosse. Adesso, però, il virus è diventato "letale" e una minaccia verso tutti, nonostante, poi, il tasso di mortalità nei Paesi sviluppati sia nettamente inferiore. Ed ecco la "psicosi": l'ebola c'è sempre stata, e il rischio di diffusione è stato ugualmente elevato  negli scorsi decenni.

Il reale problema non riguarda le violenze nel centro di Catania o la pericolsità del virus ebola: il vero problema siamo noi. Siamo noi il pericolo: noi, creatori e diffusori di queste scarse e infondate convinzioni che ci portano a dire "ho paura ad andare in centro!". Paura? Di che? Fino allo scorso Sabato eri in Piazza Teatro a bere il tuo shortino, incurante del pericolo. E adesso? Adesso sei vittima della "Catania violenta" che porterà chiunque a guardare male l'altro, a cercare un pretesto per una rissa. Che porterà me a passeggiare comunque tranquillamente tra le viuzze del centro: perché Catania è una città e non un saloon. Ricordiamolo.




lunedì 27 ottobre 2014

Vergogna-day


Guardatelo: ha i capelli fuori posto, la barba incolta, urla al microfono e viene applaudito. E' un pagliaccio, non ci sono dubbi! Il peggiore dei clown: quasi quasi...somiglia un po' a Joker. E la nostra Gotham City è in gravissimo pericolo.

Ora, al di là delle ideologie politiche partirò dalla cosa che mi colpisce di più: gli applausi. E la convinzione che qualcosa grazie a quest'uomo possa cambiare. E penso: siamo stupidi, ma fino a questo punto? Qui rasentiamo il ridicolo! Stiamo parlando di un folle che, ieri sera, cari "grillini" della mia terra (Sicilia), ha dichiarato che "la mafia aveva una morale". Signori: "una morale"...e a questa frase, cosa ancor più sconcertante, sono seguiti applausi scroscianti. Io, dal canto mio, ho sentito un gran freddo, e non per l'ondata di gelo che ha colpito le nostre città. Io, da siciliano, mi sono sentito profondamente offeso.

E voi, cari grillini? Voi, che cercate in qualsiasi modo un pretesto per attaccare gli altri partiti "politici". Voi, fieri di essere "grillini" in Sicilia. Che effetto fanno, vi chiedo, le parole del signor Beppe Grillo sulla mafia? Che effetto fa pensare che nella nostra terra troppe persone sono morte pur di combattere questo male? Che effetto fa? Nessun effetto, credo. Come a Forza Nuova non faccia alcun effetto ricordare "il duce". Ma, d'altronde, se la zucca è vuota, viene difficile...no? 

Perché ritengo inconcepibile che un siciliano, figlio della Sicilia, applauda a queste parole. Neanche costretto. , Al contrario, dovrebbe scendere un brivido lungo la schiena di ognuno di noi..un brivido gelido, che fa male: dovrebbe far riflettere che le lotte di Fava, Borsellino e Falcone non sono servite a nulla..dovrebbe far pensare che questo pagliaccio è venuto qui ad offendere tutti noi, dichiarando pubblicamente la nostra "imbecillità" a non reagire! Io sono un siciliano, non sono un mafioso, caro Grillo. Io sono un siciliano e lotto contro la mafia, odio la mafia e sono contento che questa, come spiega lei, "sia emigrata"! Sono fiero di chi mi ha preceduto e ha combattuto questo male! Sono fiero!

E a voi, grillini, non dico nulla. La Sicilia non cambierà mai, mi arrendo. Rimarremo sempre indietro rispetto a tutti, e voi ne siete la prova: finchè ci sarà qualcuno che applaudirà a tizi del genere, noi perderemo sempre terreno. Ma, per favore, smettete di lamentarvi: accontentatevi di questa terra "arretrata" (come dicono molti di voi che conosco), accontentatevi della politica regionale "che non funziona". Voi, che applaudite, voi, che accettate la mafia con un applauso. 



venerdì 24 ottobre 2014

Le cronache di Catania: U ciuraru, la palma e il lungomare liberato


"Vedi...Catania e poi muori", verrebbe da dire. 

Ciò che è successo ieri ha dell'incredibile. Ma, mi chiedo, cos'è davvero "incredibile" in una città come Catania? A poche settimane dal ciclista picchiato dai "paninari" (con annesse scuse: va citato), infatti, la donna schiacciata dalla palma non è che la "ciliegina sulla torta" di una città che riesce a rendere gli eventi "incredibili" mere rappresentazioni di una quotidianità "normale". E non ci si sorprende neanche più! Tanto che, a parer mio, uscire da casa è paragonabile ad un'edizione degli Hunger Games, con tanto di spari alla "caduta" dei partecipanti, e imprevisti dietro l'angolo della strada.

Perché dai, ammettiamolo: sole, mare, Etna...e un par de "quelle". Noi non abbiamo più nulla! Pensate, mesi fa scrivevo della mia città come "La Milano del Sud", ma della metropoli "grigia e cupa" ci è rimasta solo la freddezza. Non riusciamo più a sdrammatizzare, non riusciamo più a fare una cosa giusta senza incappare nell'errore! Altro che "Paese delle meraviglie"...qui siamo nel "Paese dei disastri"! E il povero "ciuraru", al secolo Enzo Bianco, somiglia sempre più alla personificazione di un personaggio delle canzoni di Brigantony (celebre e colorito cantante folk catanese che consiglio vivamente di ascoltare). Caro sindaco, ma una giusta? Settimane fa, in occasione del nubifragio che ha colpito la città, ha dichiarato che "Catania ha retto bene"..."ha retto", e fin qui ci siamo. Quale, però, non si sa! 

E poi, il lungomare liberato...sembra il titolo di un film! Immagino già Garibaldi con i mille verso la "liberazione" del lungomare dai terribili paninari! Pensate: a breve Catania diventerà "città metropolitana", inglobando alcuni paesi circostanti...e non siamo neanche capaci di potare una palma senza fare i conti con una tragedia! Una palma! Gli interventi di potatura in Piazza Cutelli sono stati effettuati appena venti giorni fa...venti giorni fa! Si tratta, infatti, di interventi di "manutenzione": nulla di che. E c'è scappato il morto!

Che poi non si dica che non siamo avanti eh...! Noi catanesi amiamo la "teatralità"! Perché fermare il signor La Fata mentre "si dava fuoco" in segno di protesta? Ma no, lasciamolo fare! "Sarà mica Houdini?!", avrà detto qualcuno! E poi il colmo: l'assessore all'ecosistema urbano, Rosario D'Agata, non si dimetterà. Insomma, signori: siamo o non siamo parte di un paese "favoloso" come quello di Narnia?

Le caratteristiche del genere fantasy ci sono tutte: "Le cronache di Catania: U ciuraru, la palma e il lungomare liberato". E un arancino al ragù, magari, per godere meglio delle "incredibili" storie di questa città "nana"...come una palma. Alla ricerca, tra gli alberi, della porta di quel famoso armadio del racconto che ci faccia uscire da questo mondo, poco reale e sempre più "fantasy".



mercoledì 15 ottobre 2014

Anatomia del disastro: il post-conferenza di Pulvirenti


NOTA BENE: Quanto scritto in questo pezzo su un comunissimo "blog" (anche Beppe Grillo ne ha uno, lo sapete) non è da considerare come "pensiero assoluto" in quanto il mio "essere giornalista" è strettamente legato, secondo alcuni, all'essere "in malafede", ridicolo e offensivo. Io non sono un Presidente, e di conseguenza sono nel torto: se scrivo di ciambelle o se scrivo male di Leto. 

Bene, "salve a tutti". Ho lasciato che il mio pranzo, "inspiegabilmente" andato di traverso alle 15 di lunedì pomeriggio, finisse il suo corso...con calma, poi, ho guardato un estratto della conferenza del Presidente del Catania, Nino Pulvirenti, e dovete credermi...è andata di traverso anche la cena! Poi, però, devo ammettere di aver dormito tranquillamente.

Sostanzialmente: perché?

In questa "guida alla conferenza di Pulvirenti", il mio proposito sarà quello di analizzare i passaggi clou e di confrontarli, poi, con la realtà dei fatti. Partiamo dall'inizio: il Presidente non lascia il Catania.

E fin qui, devo ammetterlo, c'ero arrivato anche io, "giornalista in malafede". Non ho ben capito, allora, perché il Presidente di una società di calcio, reduce da una retrocessione, penultimo in Serie B con 6 punti in 8 partite, debba parlare pochi giorni dopo la conferenza dell'AD della stessa squadra, Pablo Cosentino. Ma lui, chiaramente, non si era presentato per dimettersi, e ci siamo.

Passiamo al secondo punto: Pablo Cosentino. "Chi è?", ah no, scusate l'abitudine. "E' un dirigente valido, valuterò il suo operato a fine stagione". Mi viene il dubbio che per "stagione" Pulvirenti intendesse quella che va dal 2013 al 2015: una stagione di due anni, insomma. Dovrebbe, poi, spiegare il termine "valido": per cosa? Avrà un documento di validità e non di in...AH nono Antonio, non ci siamo! Calma, dai, contieniti.

A dire la verità, caro Presidente, a fare l'AD come lo fa Cosentino ci riesco anch'io: a FIFA, infatti, ho vinto tutti i campionati comprando Cristiano Ronaldo e Messi...gratis! E poi, mi scusi, ma quante opportunità bisogna dargli? Il discorso, lo sa, è noioso...Gasparin, Lo Monaco...ma questo, Cosentino, non ne combina una giusta! "Glielo dico da amico...", avrebbe detto Razzi...

Terzo e ultimo punto: i giornalisti. Ammesso che i giornalisti siano diventati "giornalisti di Serie A" grazie a lei, lei è diventato "Presidente di Serie A" grazie ai giornalisti. E se lei, ieri, era ancora seduto di fronte a tanti giornalisti, lo deve a questi ultimi che lo hanno difeso "anche troppo". Mi dica, la prego, perchè dovremmo continuare ad attribuire le responsabilità di questo disastro all'AD Cosentino? Potremmo benissimo attribuirle a lei, ma no! Non lo facciamo! E siamo qui, ancora, ad ascoltarlo. Ma il livello è basso, come dice lei...lei, a capo di aziende, non certo a sgobbare come me, un giovane e aspirante giornalista che, per pagare benzina e uscite il sabato sera, lavora tutti i giorni conciliando più impegni! Beh, ma anch'io mi troverei in difficoltà al suo posto, come lei si troverebbe nella stessa situazione nel mio, ammesso che ci sia mai stato! E' stanco degli insulti...e noi?

Noi non possiamo esserlo, noi dobbiamo essere "incompetenti", noi possiamo permettercelo. E qui ha ragione: lei non può. Lei non può fare ciò che facciamo noi, lei fa il Presidente. E la sua squadra è in Serie B, dopo una retrocessione, a 6 punti in 8 giornate. E ok dai, abbiamo scherzato.



venerdì 10 ottobre 2014

R-EVOLUZIONE


Vi dico la verità: a parer mio, sono tutte chiacchiere da bar. Renzi, la Gelmini, la riforma del lavoro. "Bravi, bravi, bell'interpretazione, ma per me è NO". Perchè, dico io, rovinare l'unica cosa che in Italia va bene? Perché combattere l'unico aspetto della nostra società che va bene: la polemica.

Ma voi, ditemi, immaginate un'Italia senza gente per strada a contestare il governo di turno? Ma che noia! Mi accontento, piuttosto, dei politici "ladri", di chi "mangia i soldi", come dicono gli anziani sugli autobus. E poi, senza le bravate di Silvio, le battute di Matteo e i pregiudizi di Salvini, come si fa, dico io?! Se non si dà la colpa all'immigrato di turno, se si batte la mafia, se aspettiamo lo scontrino al panificio, che senso ha anche solo alzarsi al mattino? 

E la barba non la tagliate, vestite hipster per sentirvi fighi. Dite parolacce e fumate, fumate tantissimo. Catania, per esempio, è diventata una ciminiera. E bevete, quanto bevete! Vestite malissimo, e vi lamentate del "guerno", senza sapere perchè.

Ma, spiegatemi allora, perché protestate? Perché volete cambiare le cose? Va già tutto bene così! Di che vi meravigliate? E' dall'antica Grecia che "democrazia" è sinonimo di "ingiustizia"! Cos'è che volete, esattamente? Volete un pasticcino? Un caffè più dolce? Il sole più luminoso? Perché, tanto, non sareste mai contenti!

E bevete, ancora. Ignorate il vero pericolo, a mio parere: ignorate l'ignoranza. Vi stanno spingendo alla protesta, vi stanno spingendo alla rivolta. E voi, zitti, eseguite. Ma sapete perché protestate, oppure conta solo "ACAB" e "Stato corrotto"? In tempo di crisi, la "Rivoluzione" è giusta, e sono d'accordo con voi, ma alla base deve esserci una "evoluzione", non una "involuzione".

La gente va educata alla Rivoluzione, va "accompagnata" alla rivolta, non "spinta" alle armi, ad una forma di rivolta anarchica e insensata. La Rivoluzione, a mio parere, va "razionalizzata". A che serve scendere in strada a far "casino" se, una volta girato l'angolo, tre quarti del corteo si perde tra negozi e bar? Mancano, a mio parere, figure che educhino le persone alla rivolta, ad una "Ri-Evoluzione" capace di portare alla ribalta idee, menti e cambiamenti veri e non apparenti. 

Non protestate, quindi: restiamo polemici. Lamentiamoci, e stiamo zitti, vi prego. Noi, italiani: pizza, mandolino e lamenti. E' la cosa che ci riesce meglio: conserviamo almeno quella.