lunedì 24 marzo 2014

Voci di corridoio

Si insomma, le classiche. Quelle della solita "persona che conosco" che si trova "all'interno" e "che sa tutto", tutto ciò che, però, nessuno vuole realmente sapere. Ma si annuisce, e il gusto di farlo è talmente piacevole da paragonarlo al caffè che stai bevendo al bar mentre ti raccontano le solite "storielle" da "diario della propria vita" che, in realtà, riempiono solo tempo. Il giusto, insomma, per passare tranquillamente quelle tre ore di una giornata iniziata male e senza ormai un senso. Come un campionato dalle grandi aspettative ma iniziato male: ci si accontenta della salvezza. Ma quanto fastidio potranno mai recarmi quelle persone che, ad un tratto, sul più bello del tuo racconto, ti interrompono per raccontarti la loro storiella? Ma il mio non vuole mica essere uno sfogo, solo svago. E, dite la verità, quanti di voi, amanti della musica bella e originale, ascoltano canzoni remixate? E magari, poi, le si criticano. Ma cos'è veramente la realtà se non si ha la possibilità di scegliere cosa ascoltare o no? Ma non voglio parlare di pregiudizi, mi perderei in inutili discorsi. Non mi piace il rock, nemmeno il rap, ascolto musica: è meglio. E si ha paura di condividere su facebook una canzone di Avicii per non passare per "non intenditori", ma la si ascolta: tanto meglio il silenzio allora. Ma, ritornando al tema centrale, "le mura parlano", e nei corridoi si parla pure. E cos'è, invece, la TV senza la spazzatura? Immaginate che noia non poter criticare Sanremo! E a noi, abitanti del mondo, piace criticare. Lo facciamo..."per sport", ci diverte ed è sano. Ma possiamo scegliere, ed è questo il bello. Anche se, poi, non scegliamo mai: saperlo ci fa star meglio, per un secondo. E' la giusta altalena di emozioni che ci permette (almeno) di preparare un caffé ed incontrare qualche amico. Ma non siamo contenti, a noi piace (s)parlare, e "i corridoi" diventano "piazze". Le voci, non più di corridoio, si diffondono velocemente: ed è giusto così. Il Catania vuole scendere in Serie B, i servizi segreti ci controllano, i politici "fregano" i soldi: e voi ditemi cosa saremmo senza queste voci! Senza nulla e nessuno a cui dare la colpa! Come sarebbero le nostre giornate senza "le scuse"? Più senso di colpa, meno leggerezza. Più "selfie", meno attenzione per il "self". Più gli altri, meno noi, meno me, meno te, meno ciò che ci piace fare: più ciò che piace fare agli altri. Perché finché le voci vengono raccontate in un corridoio siete voi stessi, anche per gli altri: siete voi e la vostra coscienza, e gli altri rimangono in piazza. Ed è giusto così. 



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