martedì 6 maggio 2014

Un, due, tre...sparo!

Lo ammetto: non ho visto la partita, Sabato. Ero in auto, ascoltavo la radio quando venni a conoscenza dell'immane tragedia che si stava consumando all'Olimpico di Roma: "ma si gioca, o no?". No, al di là dei processi che in settimana hanno impegnato i migliori opinionisti in circolazione (che, per un giorno, hanno "abbandonato" i propri discorsi sulla crisi economica), il lato più sorprendente della faccenda è la propria "realtà", in questo ordine: 1. Il calcio d'inizio della partita tra Fiorentina e Napoli è slittato: la partita potrebbe non giocarsi. 2. Disordini fuori dallo stadio: scontri, prima del match, tra alcuni tifosi (di quale squadra? Di quale sport?), "ah e tre sono all'ospedale", seguito dall'immancabile "non ha nulla a che vedere con il calcio". La partita, infatti, era di baseball. Seduto al tavolo con degli amici e sorseggiando un boccale di birra (diviso in due: si guida dopo) un uccellino (twitter) mi mette al corrente riguardo la trattativa tra Genny "Gegè" A' Carogna e la DIGOS sull'inizio della partita: "Allora ragioniere che fa, batti?", "Ma, mi da del tu?", ed ecco lo scandalo. Partita che non inizia, io nel dubbio mangio. Poi, sappiamo come è finita (o iniziata): doppio Insigne, Vargas e Mertens, stop. Della partita. Domenica mattina in TV non si è parlato d'altro: Genny ha deciso l'inizio del match, si è giocato solo grazie al consenso di Genny, i capi ultrà decidono, i capi ultrà di qua, i capi ultrà di là. Ma...Ciro Esposito? Ciro, ragazzo di 30 anni, colpito da colpi d'arma da fuoco, in fin di vita. Bene, al di là del mentecatto che Sabato ha indossato la maglia "Speziale libero", qui si è perso il lume della ragione: il Paese che, invece di parlare di una tragedia avvenuta ad un ragazzo che stava andando a guardare la propria squadra, parla (troppo) di un capo ultrà, ha già perso, ancor prima dei processi. Il Paese che, fino ad ora (6 Maggio, ore 22:09), non ha un colpevole a questa tragedia, ha perso la sua partita più grande. Il Paese che nasconde il colpevole (o l'accaduto), mascherandolo e dando più versioni della stessa vicenda (prima scontri tra le tifoserie di Napoli e Fiorentina, poi solo Napoli, poi -finalmente- l'inserimento della figura romanista nella trama), ha straperso. E nel Paese del "catenaccio", non è una sorpresa. Perdere? No, giocare male. In tutti i sensi.




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