mercoledì 29 marzo 2017

Perché credere? Perché no?

Perché credere? Perché no? Perché non costa nulla, nemmeno fatica. Perché continuare a sperare? Perché il Catania è e rimane il Catania, nonostante tutto: colori e amore infinito. Storia e tradizione: appartenenza ad oltranza. Perché al di là delle quattro sconfitte consecutive, la passione rimane, così come la possibilità di approdare ai Playoff. E poi, chissà…è pur sempre un altro campionato, no?

Siamo onesti, senza nasconderci: il tifoso catanese, per quanto disilluso e rassegnato, non smetterà mai di sognare e amare. Non è certo una colpa, né un peso negativo, quello di essere legati visceralmente a questa squadra. Allora, perché credere? Perché no? Il calcio è una religione: senza voler essere blasfemi, basterebbe chiamare in causa Blaise Pascal con la sua “scommessa sull’esistenza di Dio”. Esiste? Non esiste? Puntiamo, e paragoniamo: il filosofo dice che se scommettiamo che Dio esiste e vinciamo abbiamo vinto tutto, ma se perdiamo non abbiamo perso nulla. Anzi: c’è solo da guadagnare a crederci, perché avere ragione equivale alla possibilità di vivere nel regno divino in futuro. In caso contrario non accade nulla. Bene, con questa premessa abbastanza sintetica (che non rende onore alla tematica) ritorniamo al Catania: bisogna realmente pensare ai Playoff? Sì, perché dovesse arrivare una qualificazione (o altro) si potrà gioire e continuare a sperare. Altrimenti si potrà porre le basi per la progettazione del prossimo campionato.

Passiamo al campo: la nostra scommessa ci dà ragione. I rossazzurri, attualmente, sono a un solo punto dal decimo posto, nonostante il periodo parecchio negativo. Il potenziale tecnico a disposizione, da Pisseri a Pozzebon, insieme alla panchina “lunga” e il calendario avvalorano la nostra tesi, ma sul terreno di gioco poco è stato dimostrato, a voler essere sinceri. Tanto è che crederci, stando al momento psicofisico della squadra, non è cosa semplice: ma come dicevamo? Perché non farlo? Ah, già, vero: gli ultimi quattro anni. E come dar torto e togliere la voce a ciò che è stato e che ancora brucia? Ma se dovesse riuscire tutto? Che succede? Si può guardare avanti, al regno divino di chi spera un ritorno al principio: dell’amore che non finisce mai e che trascende i limiti della razionalità umana.




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