Catania è una città proprio strana!
Pensate: gli argomenti su cui scrivere non mancano mai (motivo per cui,
in questa realtà, nascono più testate giornalistiche che fiori). Potrei,
infatti, esporvi le mie riflessioni sul pugno in faccia subito dal
Sindaco Bianco, parlare della “simpatica trovata” della riduzione degli
appelli annuali all’Università di Catania, ma mi accingo a discutere su
quello che è stato l’argomento “per eccellenza” nel corso di questa
lunga settimana: Leto-Man.
A scanso di equivoci vari, giudizi emessi
da animatori che si credono giornalisti o giornalisti che si credono
animatori, pronti a puntare il dito contro il prossimo, PREMETTO CHE
il sottoscritto (che non è ancora un giornalista, come qualcuno ha
avuto modo di sottolineare) non ha mai provato stima nei confronti del
giocatore argentino, conoscendo la carriera calcistica di questo e non
ritenendolo all’altezza, né nei due giorni di vacanza a Liverpool, né
nelle partitelle in Grecia.
Veniamo al dunque: in venti minuti,
l’uomo goffo col codino e i baffi è diventato un vero e proprio idolo
per la tifoseria rossazzurra, tanto da essere accostato a “Cristiano
Ronaldo” per le doti tecniche e atletiche. Doti, fino a quei due gol,
sconosciute ai più. Anche a me, lo ammetto. Eccezion fatta per la prima
rete, un tiro al volo di sinistro, la seconda rete è stata un capolavoro
del “paraculismo”: non potendo imitare Eto’o o Robinho, Leto è riuscito
a segnare a porta vuota. VUOTA. E credetemi: è difficile!
Ma il bello doveva ancora venire: Leto è
passato, quindi, da “bidone” a “fenomeno”, già dalla sera di Domenica.
Un noto giornalista, infatti, non contento di aver “umiliato”
pubblicamente l’argentino negli “episodi precedenti”, si è dilettato in
una giravolta degna del primo “Onorevole” di turno, puntando il dito
contro “gli allenatori della domenica”, coloro che, ovvero, continuavano
a criticare Leto.
A Catania, credetemi, Leto è diventato
Obama. Il pugno in faccia a Bianco lo ha dato lui, ed è stato graziato
dalla Regina in persona! Per una settimana, Cosentino ha preso le
sembianze di Lo Monaco, tanto che nessuno ha osato lamentarsi dello
scarso operato del dirigente argentino! Anzi! “Bravo Cosentino!
Finalmente gli acquisti di Cosentino stanno venendo fuori! Che gran
giocatore Leto! Ha bisogno di fiducia! La pasta al sugo ha bisogno del
parmigiano! Non ne voglio cipolle nell’insalata! Il cielo è azzurro
sopra Berlino!”.
Ma…davvero i problemi del Catania sono
stati “magicamente” risolti da un pareggio “rocambolesco” contro il
Trapani? Davvero Leto, in calzamaglia e mantello, ha cambiato “da così a
così” le sorti di una squadra, il Catania, che gioca “a fortuna”? No,
assolutamente! Il Catania “scarso è e scarso rimane”, ahinoi! E, anzi,
dobbiamo ancora soffrire: siamo in estrema difficoltà…e non abbiamo
affrontato Carpi, Bologna, Livorno e le altre! Insomma, questo grande
clamore causato da “Leto” sembra somigliare sempre più a un’assonanza
che fa rumore e puzza, ma poi scompare.